Translate

Mostrando entradas con la etiqueta Amalia Guglielminetti. Mostrar todas las entradas
Mostrando entradas con la etiqueta Amalia Guglielminetti. Mostrar todas las entradas

martes, 4 de diciembre de 2012

Amalia Guglielminetti - la guarigione

Ma alle porte del ciel spiò il domani
madonna Primavera, vïolette
sciolte recando nelle cave mani.

E colei che soffriva si godette
un poco di quel riso mattinale
che vestiva di fior tutte le vette.

E un'erba o un fiore buono pel suo male,
mossa a pietà, la bella maliarda
forse le insinuò sotto il guanciale.

Come un'inferma in cui vita riarda
a poco a poco, io errai quasi leggiera
per gli orti rosa, quasi già gagliarda

cantando: – Grazie, monna Primavera!

Amalia Guglielminetti - l'antico male

Mortificai la mia anima schiava,
ma sotto cruda sferza di sarcasmi
l'incatenata più s'umilïava,

più inseguiva per vane ombre fantasmi
dolci d'amore, come chi per sete
succosi frutti col desio si plasmi.

E fatta a me nemica, con inquete
pupille e voce roca e gesto asprigno
snudavo l'ansie e le viltà segrete.

Freddo disdegno chiuso in freddo ghigno
m'oppose: – Donde vieni? E chi sei tu?
Ed io invocai gemendo quel benigno

sonno per cui non v'ha risveglio più.

Amalia Guglielminetti - l'antico desiderio

Seduzïone più d'ogni altra forte,
prima d'ogni altra e più cruda fu quella
per cui l'invito io ti sorrisi, o Morte.

Per cui il desiderio che flagella
la prima volta, sgomentò di muto
stupor la mia verginità novella.

E mi conobbi mani di velluto
per le carezze lunghe, e per i nomi
cari una voce dolce di lïuto.

E sentii nella mia bocca gli aromi
d'un frutto al morso cupido maturo.
Ma l'acre impurità de' sensi indomi

mortificai con il mio orgoglio puro.

Amalia Guglielminetti - l'antico pianto

Quindi prosegua per cammini ombrosi,
a fior di labbro modulando un canto
che per me l'altra notte mi composi.

Poichè talor non piango io il mio pianto,
lo canto, e qualche mia triste canzone
fu come il sangue del mio cuore infranto.

Tempo fu che le mie forze più buone
stremai in canti a' piedi d'un Signore
che m'arse di ben vana passïone.

Io piangevo così note d'amore,
come la cieca in sul quadrivio, volta
al sole, canta il suo buio dolore

e non s'avvede che nessun l'ascolta.

Amalia Guglielminetti - la giovinezza

Giovinezza, a te sola io m'accompagno.
Tu sai tacere quando son serena,
sai parlare quand'io aspra mi lagno.

Sai ammonirmi con la voce piena
di blandizia: – Ma piangere che vale?
Meglio cantar con voce di sirena.

Mi baleni negli occhi un riso eguale
al tremore d'argento d'una stella,
meravigliando d'ogni mio gran male.

Tenti la lode e mormori: – Sei bella!
e scherzi: – Hai sui capelli una corona...
E m'accarezzi come una sorella

finch'io non ti sorrida : – E tu sei buona!

Amalia Guglielminetti - dolcezze

Questo m'abbaglia un attimo e scompare,
disperso in lieve polverio di fuoco
che cade dietro i monti o dentro il mare.

Solo una meraviglia di bel gioco
e uno sprazzo di luce entro i miei occhi
ne resta, che si spegne a poco a poco.

Ma sembrami talora che mi tocchi
una mano leggiera e di dolcezza
viva l'anima chiusa mi trabocchi.

E se cerco chi mai quella carezza
tentò nell'ombra con la man furtiva,
sorprendo la mia folle giovinezza

che sorridendo, muta, mi seguiva.

Amalia Guglielminetti - le seduzioni

Colei che ha gli occhi aperti ad ogni luce
e comprende ogni grazia di parola
vive di tutto ciò che la seduce.

Io vado attenta, perchè vado sola,
e il mio sogno che sa goder di tutto,
se sono un poco triste mi consola.

In succo io ho spremuto ogni buon frutto,
ma non mi volli sazïare e ancora
nessun mio desiderio andò distrutto.

Perciò, pronta al fervor, l'anima adora
per la sua gioia, senza attender doni,
e, come un razzo in ciel notturno, ogni ora

mi sboccia un riso di seduzïoni.