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martes, 4 de diciembre de 2012

Amalia Guglielminetti - l'antico male

Mortificai la mia anima schiava,
ma sotto cruda sferza di sarcasmi
l'incatenata più s'umilïava,

più inseguiva per vane ombre fantasmi
dolci d'amore, come chi per sete
succosi frutti col desio si plasmi.

E fatta a me nemica, con inquete
pupille e voce roca e gesto asprigno
snudavo l'ansie e le viltà segrete.

Freddo disdegno chiuso in freddo ghigno
m'oppose: – Donde vieni? E chi sei tu?
Ed io invocai gemendo quel benigno

sonno per cui non v'ha risveglio più.

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